La Preghiera del Beato Giustino Maria Russolillo

La Preghiera del Beato Giustino Maria Russolillo:

O mio Dio e mio Tutto, Padre Figlio e Spirito Santo, la vostra volontà si adempia, il vostro amore trionfi, la vostra gloria risplenda in me e in tutti sempre più, come in Voi stesso, o mio Dio e mio Tutto".


mercoledì 13 ottobre 2010

Cenni storici

Storia
Costruita tra la fine del XIX sec. e l'inizio del XX sec., in seguito alla donazione del suolo, di proprietà della famiglia Pascale, fu aperta ai fedeli solo il 30 novembre del 1925. Una lapide marmorea posta a sinistra dell'ingresso della chiesa, un po' nascosta dalla bussola, riporta il nome del suo generoso benefattore Andrea Pascale al quale si fa risalire l'intitolazione della chiesa. Si ipotizza che inizialmente la volontà dello stesso Pascale, era quella di venerare il culto di S. Rita, data la presenza della Santa in alto sulla facciata e di una statua all'interno della chiesa, ma poiché lo stesso culto era venerato nella chiesa di S. Cosma, l'allora vescovo Lancellotti non accettava che fosse venerato il medesimo culto, nello stesso paese, in chiese diverse. Per questo in omaggio al suo fondatore, fu intitolata S. Andrea apostolo.
Ulteriori ipotesi si avanzano sull'esistenza della cripta, situata nella parte sottostante della chiesa e dedicata, secondo una tradizione popolare, alla Madonna del Rosario. Alcuni pensano sia stata costruita successivamente, altri che si tratti di una vecchia cappella rurale (forse la cosiddetta rettoria di campagna) e perciò costruita insieme alla chiesa.

Il 14 Marzo 1939 fu elevata a parrocchia da mons. Gregorio Falconieri. In origine misurava 12 m e solo nel 1954 venne ampliata fino ai 25 m attuali. A reggere la parrocchia fu chiamato mons. don Vittorio Tricase, che ispirandosi a don Bosco, indirizzò il suo ministero sacerdotale ad una instancabile opera di assistenza e educazione dei ragazzi. A don Bosco infatti è intitolato il Villaggio del Fanciullo, plesso adiacente ai locali della chiesa, un istituto di accoglienza per bambini e ragazzi offrendo loro sostegno, ospitalità, un'istruzione di base e la certezza di un pasto caldo, in una realtà davvero difficile quale quella post bellica.

Il 2 Maggio 1964 il Villaggio del Fanciullo viene ceduto in donazione all'Ordine Religioso - Società Divine Vocazioni. Per quanto riguarda l'amministrazione della Parrocchia si fa riferimento ad una convenzione del 9 Gennaio 1974 fra il vescovo di Conversano, mons. A. D'Erchia e il Padre Superiore della Società Divine Vocazioni, rev.do G. Galasso, in cui la Parrocchia viene affidata al predetto Ordine Religioso con il potere di nominare il parroco. In questo modo mons. Tricase diventa il vicario economo ma il titolare della parrocchia è un altro sacerdote.
Ma la convivenza fra le due comunità religiose non è molto serena e nel 1993 la gestione della parrocchia ritorna sotto la guida della chiesa conversanese, con il Parroco don Giovanni Amodio. Tuttavia dopo alcuni anni ritorna nelle mani dei Padri Vocazionisti e ad oggi la Parrocchia di Sant' Andrea apostolo è retta da don Cornelio, vocazionista.

Architettura : La facciata
La facciata è in stile floreale italiano, cioè sono utilizzate forme naturali nelle decorazioni e manifesta quella che è la scansione interna della chiesa nelle tre navate: la navata maggiore e le due laterali.
Il motivo che caratterizza l'opera scultorea della facciata sembra essere una sintesi tra il tema religioso e quello naturale. Così i simboli religiosi vengono interpretati secondo forme terrestri fino al gioco dei trafori dei rosoni che indicano l'avvicinamento alla "Luce" in maniera mediata, sottile e non diretta: come in una foresta animata da foglie e piante di ogni genere. Persino i pinnacoli diventano calici di preziosi fiori. La stessa spinta ascensionale del timpano è accelerata da figure lanceolate poggianti su gocce di fiori.

Il portale ligneo
Non meno decorato si presenta il portale in legno dove la fantasia scultorea lavora su un tavolato di colore verde. La tintura, probabilmente non originale, forse allude al tema naturale o piuttosto serve a proteggere dalle aggressioni degli agenti atmosferici. Il tavolato è scandito da una trama elaborata. Le forme predominanti sono:

  • Le quattro edicole poste superiormente che sembrano richiamare l'architettura dell'intera chiesa in cui sono inseriti dei soggetti religiosi;
  • I riquadri che scandiscono tutta la parte inferiore, in cui sono inseriti dei soggetti di ispirazione naturale, interpretano sempre motivi religiosi;
  • I racemi delle cornici verticali dei telai laterali.

Il rosone centrale
Il tema della luce trova il suo momento culminante nel grande rosone centrale. Questo non rappresenta più l'andamento rotondo delle chiese romaniche. È invece un connubio di esili colonne poggianti sul protiro, un sistema accoppiato di due bifore ad arco rialzato e capitelli. Su queste c'è la trama di un articolato sistema di forme dentro forme: fiori dentro cerchi, ricordando così il modo di decorare arabo che inserisce decorazioni in forme geometriche ben definite. Il tutto sottoposto ad una modanatura ad arco rialzato poggiante su due coppie di capitelli. La luce naturale irrompe nella chiesa per tagli verticali.

È interessante notare come ritornino spesso alcune cifre nei motivi decorativi: il numero delle due bifore e il quattro del rosone; il numero otto per i rosoni piccoli; sei a destra e sei a sinistra gli archetti ai lati dell'edicola in cui è inserita la statua di S. Rita sotto il timpano a reggere la croce di ferro.

Festeggiamenti
La Parrocchia festeggia due importanti date: il 19 Marzo, festa di S. Giuseppe con la tradizionale sagra della Zeppola e il 30 Novembre, festa di S. Andrea con la tradizionale sagra dei pani a forma di croce che rievoca la cosiddetta "croce di Sant'Andrea", simbolo del martirio del santo.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi piacque molto la tua omelia, don Cornelio, in occasione della scomparsa di Luciana Locaputo, nel maggio scorso. Nonostante il momento di grande sconforto, le tue parole riuscirono a darmi la Speranza. Ti abbraccio con grande stima e ti auguro buon lavoro, Elios da Gioia del Colle.